mercoledì 7 maggio 2014

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Ernest Hemingway (1899-1961)


Ernest Hemingway, secondogenito di una numerosa famiglia, nasce a Oak Park, un sobborgo poco lontano da Chicago, il 21 luglio 1899. In compagnia del padre, un medico che amava la vita all’aria aperta, viene introdotto fin dall’infanzia all’amore per la caccia e la pesca, che rimarranno le sue grandi passioni per tutta la vita. Sono esperienze di un rapporto formativo e quasi iniziatico con la natura che troveranno poi espressioni in alcuni dei suoi migliori racconti.
Notando il precoce talento gli insegnanti lo incoraggiano a scrivere e dopo il diploma viene assunto come cronista dal Kansas City Star. Hemingway inizia così una professione che non abbandonerà mai e che influenzerà profondamente la sua carriera di scrittore. Nel 1918 Hemingway si arruola come volontario nei servizi di autoambulanze e viene inviato sul fronte italiano. Ferito a Fossalta di Piave, dopo un periodo di cure a Milano ritorna in breve tempo al fronte. L’orrore della guerra in trincea lascerà un segno indelebile nello sviluppo della sua personalità e le esperienze di guerra costituiranno la base per Addio alle armi (1929), uno dei suoi romanzi più celebri. Rientrato negli USA, e festeggiato nella cittadina natale come un eroe, riprende l’attività di giornalista, e comincia a lavorare ad alcuni racconti, ma non riesce a riadattarsi.
Nel 1920 sbarca in Europa come corrispondente del Toronto Star; dopo essere partito alla volta della Spagna, nell’anno 1929, Hemingway torna negli USA stabilendosi a Key West, in Florida.
Nel ’37 lavora come corrispondente di guerra a fianco degli americani e l’esperienza assumerà anche una sua forma narrativa nel famoso romanzo Per chi suona la campana, pubblicato nel 1940 e scritto a Cuba dove si è trasferito nel 1939. Nonostante i successi e la fama internazionale,scrivere gli resta sempre più difficile; il suo pessimismo cresce, l’immagine del vecchio e virile Hemingway crolla improvvisamente. Riesce a scrivere un ultimissimo racconto, la lotta del pescatore Santiago narrata ne Il vecchio e il mare (1952). Indebolito nel fisico è soggetto per lunghi periodi a una depressione nervosa che, nonostante le cure degli amici e della moglie, il 2 luglio del 1961, lo condurrà al suicidio.

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